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Mi piace pensar che qualcuno -girando e dell'altro cercando- curioso, per caso si trovi davanti una pagina, l'apra, la legga e qualcosa d'intenso rimanga, come quando si coglie al tramonto il colore del sole che muore, mai uguale, sapendo che è solo di un attimo

 

 °°°°L'arbero de Giuda°°°°

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genetta
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MessaggioTitolo: °°°°L'arbero de Giuda°°°°   °°°°L'arbero de Giuda°°°° Icon_minitimeGio Lug 16, 2009 8:18 pm

°°°L’ARBERO DE GIUDA°°°

°°°°°°°° ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Abbarbicato s o pra n’a collina
sulla cima de un aspro sentiero
contornato da erba cipollina
ce sta un convento e un vecchio cimitero

A vorte se intravede un fraticello
che vive sol di pane e poco vino
lo puoi incontra’ vicino all’orticello
sta li’ da quann’era piccolino

°° °°
Un fagottino posato li’ n’a sera
che la neve fioccava lenta lenta
infreddolito e bianco come cera
che urlava solo contro la tormenta

Lo raccolsero i vecchi fraticelli
fecero attorno a lui un girotonno
lo scardarono co’ li carboncelli
e da quer giorno nun conobbe er monno

Passaron quarant’anni e ad uno ad uno
seppelli’ i suoi fratelli der convento
fino a che nun rimase piu’nessuno
sortanto lui, sofferto e macilento

Come compagni freddo intenso e vento
cor gorgojia’ de stomaco bucato
nun je portaveno tanto turbamento
perche’ da sempre lui c’era abbituato

Ma n’a sera come quella, quasi uguale
senti’ bussare piano a quer portone
c’era n’a strana donna per la quale
aperse er core e pure la magione

Je chiese supplicanno de restare
de potesse raccojiere in preghiera
la chiesetta addobbo’.. pure l’artare
pe’ quella donna fragile e straniera

La Messa cerebro’ mesto e silente
ma quanno l’ora fu de comunione
vide er suo sguardo cupo e ribollente
e nun capi’ de quello la raggione

Lascio’ la donna sola sulla panca
e la vide contorcerse le mani
la senti’ implora’ co’ voce stanca
frasi frammiste a lacrime ed arcani

Perdono lei chiedeva pe n’a cosa
ch’aveva fatto tanto tempo addietro
aveva abbandonato la sua rosa
sulla porta de casa de Sanpietro

Dalla finestra entro’ n’a gran folata
vento e ghiaccio che tutto raggela
ar core j’arrivo’ n’a stilettata
e cadde a terra assieme alla candela

Raccorse Fra’ Martino tra le braccia
un esile sospiro: Fijio mio....
cerulea divenne la sua faccia
e se n’anno’ rapita da quer Dio

N’antra buca scavo’ Frate Martino
distante poco dall’Arbero de Giuda
anno’ a raccoje un po’ de rosmarino
nun pianse mai su quella tomba nuda

°° °°
Quell’Arbero fiorisce a primavera
riempiendose de fiori viola e neri
stormiscono le fojie quanno e’ sera
ner vento se disperdono i penzieri

°°°°Genettapardina, 24.03.2005°°°°°°°°°°°°


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